Votazione popolare cantonale: una questione di proporzione

Nicoletta Noi-Togni, ex sindaca di San Vittore, esprime la sua opinione sulla prossima votazione cantonale "Basta con il paracadute dorato per i membri del Governo.
17.11.2025
3 min
Donna anziana con capelli rossi ricci, indossa una giacca verde e una sciarpa bianca. È seduta e sembra assorta nella lettura o nella riflessione.

Generalmente non mi esprimo su temi in votazione ritenendo che le votanti ed i votanti debbano poter pensare con la loro testa. Sono da sempre contraria alle famose “allocuzioni” (che allocuzioni non sono) del Consiglio federale nell’imminenza di una votazione federale.

Nel caso della prossima votazione popolare cantonale sull’Iniziativa “Basta con il paracadute dorato per i membri del Governo” credo però che qualche osservazione si imponga. Premessa la differenza tra il “datore di lavoro” Cantone (la retribuzione dei Consiglieri di Stato è cantonale) e il “datore di lavoro Comune” dal quale dipendono le indennità dei rispettivi Esecutivi, la disproporzione delle retribuzioni è tale da non dover passare inosservata.

Insomma, come è possibile che sotto lo stesso cielo cantonale i membri dell’Esecutivo dei Grigioni percepiscano sopra i 270 000 CHF annui e godano vita natural durante, dopo la prestazione governativa, di un introito sopra i 110 000 CHF mentre i membri degli Esecutivi comunali vengono indennizzati, in certi Comuni, con circa 3000 CHF annui? In verità i sindaci ricevono una cifra superiore con un enorme differenza tra Comune e Comune, poiché se il sindaco di San Moritz è almeno sui 200 000 annui quello di San Vittore si situa a 7200 annui. Mi si dirà che il paragone Cantone/Comune non regge in termini di responsabilità, di superlavoro ecc, ecc. e in parte è cosi; ciò che comunque non riesce a giustificare una simile disproporzione. Mi si dirà che anche tra Comuni San Moritz non può essere paragonato a San Vittore. Eppure anche questo non è vero. Infatti il lavoro istituzionale di un Comune è per tutti lo stesso, sia per il Comune grande che per quello piccolo. E la linea istituzionale del Cantone è anch’essa la stessa. Tutti devono presentare un preventivo ed un consuntivo, devono rendere conto ai Legislativi ed al Sovrano, far osservare le leggi federali, cantonali, comunali, esercitare la rappresentanza. Certo in termini diversi ma pur sempre di presenza fisica e morale. Il numero di abitanti non determina necessariamente l’impegno dei suoi governanti perché più abitanti significa più impiegati, più complessità più esperti. Uno stuolo di avvocati per il Governo se qualcosa va male mentre nei piccoli Comuni si è molte volte soli e si arrischia di pagare di tasca propria qualche danno. E terminato il mandato, se un Consigliere di Stato riceve fin che vive questo solido appannaggio a coronamento del suo lavoro, un sindaco o una sindaca – e questo indipendentemente dall’indennità – si ritrova senza più nessun diritto diventando quel cittadino o cittadina alla quale non si danno neppure più le informazioni in questioni che riguardano il suo precedente operato.

Questo per far vedere le differenze nel nostro sistema che certo ci possono essere ma non dovrebbero poter diventare ingiustizia perfetta. La disproporzione infatti, per sua natura, è ingiustizia. Teniamone conto anche per quanto riguarda questa Iniziativa che sbagliata certo non è.

 Nicoletta Noi-Togni