L’elettricità è il cuore digitale

Per poter gestire al meglio i prodotti delle nuove tecnologie occorre poter disporre di enormi quantità di energia, per questo i colossi mondiali cercano di accaparrarsene la maggiore quantità possibile.
10.10.2025
3 min
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Desidero sottolineare sotto forma di premessa, la sensibilità del caporedattore di Il Moesano Giuseppe Russomanno nel cogliere e valorizzare le sfide poste dall’avvento della digitalizzazione e dall’innovazione tecnologica.

Le fonti di energia per garantirsi le strutture dei grandi centri di calcolo e per dominare gli accessi e i diritti di utilizzazione sono al centro di imponenti operazioni strategiche. Soprattutto i colossi che gestiscono l’irrompente fenomeno della digitalizzazione e l’universo dell’IA, hanno bisogno di assicurarsi i crescenti consumi di elettricità. Hanno sete di energia affidabile e continua. È ormai una nuova contesa geopolitica, che questa volta si gioca nei meandri dell’IA.

Il gruppo Meta (Zuckerberg), ad esempio, ha annunciato una collaborazione strategica per mantenere in funzione la centrale nucleare Clinton nell’Illinois. Esito dell’accordo: dal 2027 l’energia elettrica prodotta dal rinnovato Clinton Clean Energy Center sarà fornita esclusivamente a Meta, per il funzionamento in particolare dei data center e degli impianti del gruppo: un patto che segna una svolta nella corsa all’autonomia energetica.

I maggiori attori mondiali, che operano in particolare negli USA e in Cina, mirano all’autosufficienza tecnologica e logistica, nonché alla sicurezza nazionale. Nessuno vuole dipendere da altri. Tutti stanno alla larga da possibili subordinazioni. Le grandi nazioni aspirano alla sovranità tecnologica.

In questa tumultuosa lotta, la sicurezza dell’approvvigionamento energetico è di assoluta priorità, molto più che le grandi compagnie del settore stanno realizzando e progettando nuovi centri logistici inerenti la sfida digitale, che saranno alimentati dall’energia nucleare di nuova generazione.

Quanto al fabbisogno di elettricità la strategia di Meta sta facendo scuola. I nuovi progetti per garantirsi questa linfa vitale, agevolano l’attivazione di nuovi investimenti su più reti e tecnologie, a supporto dei data center, che, come sappiamo, divorano una grandissima quantità di corrente elettrica. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), nel 2024 i data center hanno consumato 415 terawattora (TWh) di elettricità, ben sette volte il consumo annuale della Svizzera (57 TWh).

Questo dato basta per farci capire quanto la nostra società sia sempre più energivora. La tendenza è in aumento, perché i servizi dei data center, il luogo fisico che contiene le infrastrutture informatiche per la gestione dei sistemi IT, sono sempre più richiesti. Ogni interazione con l’IA generativa attiva una moltitudine di algoritmi, che a loro volta per districarsi nel mare di dati, bruciano elettricità. In altre parole la risorsa energia è il centro nevralgico delle strategie tecnologiche. Forse, è persino più importante dell’IA stessa.

Non vi è dubbio: L’intelligenza artificiale (IA) accelera la corsa all’energia. “L’elettricità è il cuore digitale.” L’IA è oggi la forza più dirompente nel settore energetico, destinata a far impennare la domanda globale di elettricità per i data center.

Questa tendenza deve far riflettere anche noi, grigionesi, oltre che svizzeri: le centrali idroelettriche delle 150 valli retiche producono 8 TWh di elettricità, pulita, affidabile, programmabile: un grande patrimonio strategico. Lo stesso discorso per l’idroelettrico vale anche a livello nazionale. In più la Svizzera ha molto da dire anche nel campo dei data center. Ne ha più di 100, in prevalenza in prossimità delle grandi città. C’è grande richiesta anche dall’estero.

Tra i clienti più importanti dei data center svizzeri figurano anche le grandi multinazionali attive nel campo dell‘IA, specie quelle americane. Scelgono la Svizzera per motivi semplicissimi: la sicurezza dell’indipendenza tecnologica, la stabilità istituzionale e l’affidabilità strutturale. Condizioni preziose, irrinunciabili per prevenire i casi di criticità e garantire continuità operativa.

Livio Zanolari