San Vittore: una bella festa popolare per i 75 anni del Museo Moesano

Il Museo Moesano fu inaugurato come Fondazione di un museo etnografico e di arte sacra l’11 settembre 1949 (in occasione del quarto centenario dell’Indipendenza delle Valli Mesolcina e Calanca) in due sale messe a disposizione dal Comune parrocchiale di San Vittore.
27.10.2024
4 min
Edificio storico con pareti gialle e finestre con persiane, situato in una strada di montagna. Sul lato destro si intravede una chiesa e un paesaggio collinare.
Una stanza rustica con pareti di legno, un letto semplice coperto da una biancheria bianca, un fasciatoio con panni bianchi e un culla decorata con pizzo. Un vecchio bambolotto è appoggiato a terra accanto a una finestra con tende a motivo.
Museo etnografico: Nel 1949 il Museo Moesano ha aperto i battenti come museo etnografico, cui si affiancava una sezione di arte sacra. Quale traccia di questo progetto iniziale, a pianterreno di Palazzo Viscardi è stato mantenuto un piccolo allestimento etnografico composto da una cucina e da una camera da letto dalle pareti rivestite di legno in cui è messo in scena uno spaccato di vita domestica tradizionale.
© Lino Succetti
Edificio storico con pareti gialle e finestre con persiane, situato in una strada di montagna. Sul lato destro si intravede una chiesa e un paesaggio collinare.

Il Museo Moesano, che ora occupa tutto lo storico Palazzo Viscardi di San Vittore, residenza di famiglia fatta ricostruire alla fine del Seicento dall’architetto Giovanni Antonio Viscardi, fu inaugurato su iniziativa della sezione moesana della Pgi come Fondazione di un museo etnografico e di arte sacra l’11 settembre 1949 (in occasione del quarto centenario dell’Indipendenza delle Valli Mesolcina e Calanca) in due sale messe a disposizione dal Comune parrocchiale di San Vittore, che aveva nel frattempo acquistato il palazzo da diversi proprietari.  

Un folto pubblico ha partecipato alla giornata di festa per i 75 anni del Museo iniziata con una interessante visita guidata alla vicina Collegiata con Marco Somaini e proseguita poi con l’aperitivo e il pranzo offerti a tutti i numerosi ospiti.

Domenica 27 ottobre 2024, giorno della chiusura stagionale del Museo, l’attivo comitato, aiutato dai suoi collaboratori, ha perciò organizzato una festa popolare per sottolineare i 75 anni di attività museale, iniziata sotto la lungimirante presidenza di don Rinaldo Boldini e con la collaborazione del primo curatore don Reto Maranta, artefice del primo contratto di usufrutto tra il Comune parrocchiale di San Vittore e il Museo.

Nei suoi tre quarti di secolo il Museo, seppur a fasi alterne, ha contribuito e continua a preservare e valorizzare la cultura e la storia locale, fungendo da punto di riferimento per i visitatori, organizzando pure eventi, mostre temporanee e conferenze per coinvolgere il pubblico in modo interattivo. È pure a disposizione un laboratorio didattico e sperimentale di archeologia destinato specialmente alle scolaresche. Negli ultimi anni si è anche adottato il concetto di “museo diffuso” con la rimessa in funzione della storica diligenza della Val Calanca in bella mostra a Grono davanti all’imbocco della strada per la Val Calanca e della gra di Dro Alt sopra Monticello, per esprimere lo stretto rapporto che intercorre fra delle significative testimonianze storiche direttamente sul territorio e non solo negli spazi museali.

Un piccolo rifugio in pietra con un tetto di lastre, circondato da alberi verdi e un'atmosfera nebbiosa. La porta è di legno, con una superficie rustica.
Immagine di “museo diffuso” dalla Gra di Dro Alt sopra Monticello.
© Lino Succetti
Una carrozza trainata da due cavalli neri attraversa un prato, con due persone a bordo. Sullo sfondo si vedono alberi e una parete di roccia.
Altra immagine del Museo diffuso con la storica diligenza della Val Calanca.
© Lino Succetti

Il museo al pianterreno contiene testimonianze di carattere etnografico in una vecchia e ampia cucina con un grande camino e attigua camera da letto tradizionale rivestita in legno. Il resto della vasta collezione di oggetti etnografici riuniti nel corso degli anni è ora conservata nel deposito ubicato a Roveredo.

Un'antica cucina con un grande camino in pietra. Sull'asse di legno sopra il camino ci sono vari utensili in metallo e piatti. Appesi alle pareti ci sono mestoli di metallo e altri strumenti da cucina. Il pavimento è in pietra.
Il grande camino nella vecchia cucina al pianterreno.
© Lino Succetti
Una stanza rustica con pareti di legno scuro. Un lettino con lenzuola bianche è posizionato accanto a una culla con pizzo, contenente una bambola. Un armadio con abiti appesi e una finestra con tende ornate completano l'arredamento.
La camera da letto tradizionale rivestita in legno.
© Lino Succetti

Nel museo negli ultimi anni si illustra soprattutto l’opera dei “Magistri moesani”, architetti, stuccatori, muratori, ecc., attivi specialmente in area tedesca nei secoli XVI e XVII e autori di alcuni capolavori dell’architettura barocca.

Esposizione all'interno di un museo con pannelli informativi in legno e modelli architettonici in una teca di vetro. Il design è moderno, con un'illuminazione soffusa e dettagli in legno chiaro.
La sala dedicata ai Magistri.
© Lino Succetti

La sala dedicata ai Magistri

Un’altra  sezione, di concezione museografica moderna, presenta l’eccezionale patrimonio archeologico del Moesano e mostra importanti reperti e fedeli ricostruzioni di ritrovamenti, accompagnati da tavole e filmati esplicativi, che narrano il popolamento della regione dal Mesolitico al Medioevo, ricordando l’inserimento della Mesolcina nelle reti viarie transalpine.

Vasellame in bronzo con una forma semisferica, caratterizzato da maniglie tonde e una superficie verde ossidata.

Tra i vari e preziosi reperti esposti l’attività metallurgica ci viene particolarmente testimoniata da un calderone in bronzo di particolare pregio, praticamente intatto, rinvenuto negli scavi del 2020 a Castaneda

Festa allietata dalla Bandella “Quater – Gatt” di Mesocco, da 25 anni sulla breccia

La giornata di festa per i 75 anni del Museo Moesano è stata pure allietata dalla musica dal vivo della nota Bandella “Quater – Gatt” di Mesocco che pure festeggia  i 25 anni di attività iniziata appunto nel 1999. Di anno in anno la  bandella si è fatta conoscere con un interessante repertorio, partecipando a manifestazioni di carattere popolare sia in Mesolcina, Svizzera e Italia. Da ricordare pure gli inviti alla TSI, RTR di Coira, Olma di San Gallo, ecc.

Un gruppo di musicisti in abiti rossi e neri suona strumenti musicali all'aperto. Un uomo anziano suona il trombone, mentre gli altri suonano la tromba, il clarinetto e un fisarmonica. Si possono vedere tendoni e persone sedute in background.
© Lino Succetti

Foto della bandella “Quater-gatt”, attiva da 25 anni e impegnata domenica 27 ottobre 2024 per allietare i festeggiamenti dei 75 anni del Museo Moesano a San Vittore.