Cama: la vita e la poesia dialettale di Giulietta Martelli-Tamoni

Vita, attaccamento alla comunità locale con relative efficaci collaborazioni e opere della poetessa dialettale Giulietta Martelli-Tamoni (1890-1975) nella serata di sabato 29 novembre 2025 organizzata dalla Fondazione Cultura e Territorio e dal Patriziato di Cama.
29.11.2025
3 min
Giulietta Martelli – Tamoni (5.11.1890 - Buenos Aires, 16.1.1975 - Bellinzona), di Cama. Figlia di Venanzio Tamoni, emigrato in Argentina, e di Maria Julliard. Frequentò le scuole a Chiasso e l'Ist. S. Maria a Bellinzona; fu poi corrispondente di francese e spagnolo per ditte commerciali. Dal 1915 al 1918 fu crocerossina in Italia. Coniugata con Alfredo Martelli, insegnante, cittadino italiano. Dal 1955 visse a San Vittore.

Autrice di poesie in dialetto di Cama, spesso pubblicate con gli pseudonimi "Barba Tuch" e "Marta" per decenni in giornali e riviste della Svizzera italiana e confluite in parte nella raccolta Poesie dialettali (1963), di 80 pagine, edita dalla Tipografia Menghini di Poschiavo.

Durante la serata a Cama sono state commentate da Togni, lette da Cleto Nollo e pure cantate dagli scolari alcune poesie dialettali di Giulietta, un ramo della poesia che, considerando la sua tradizione, merita riconoscimento e interesse, anche in un periodo attuale dove almeno alle nostre latitudini i dialetti fanno parte, accanto all’italiano standard, del vissuto quotidiano di ancora molti residenti e godono sempre di una certa vitalità.

 

Paolo Togni ha esposto, pur non entrando troppo nei dettagli anche per limiti di tempo, alcune sue analisi della  produzione peoetica dialettale di Martelli-Tamoni, frutto delle sue ricerche accademiche. Per chi è abituato come chi scrive a leggere e gustare la poesia senza entrare in dettagliate analisi letterarie, mi sembra di poter dire che la poesia di Giulietta trasmette una poetica quasi sempre spontanea e schietta, nella quale traspare un forte legame al territorio. Versi con particolari sfaccettature nei quali il dialetto si fa linguaggio della realtà locale vissuta da Giulietta, percorsa da un richiamo alla tradizione, con temi essenzialmente circoscritti al microcosmo del villaggio con l'evocazione di una realtà dialettale colorita, recuperata attraverso il ricorso a parole ora in parte andate in disuso. Versi che vogliono anzitutto far rivivere e tramandare ai posteri il sapore del dialetto, come già diceva Giulietta “di nost vécc”, e le parole in parte dimenticate, ma piene di significato e calore.

 

Una poesia insomma legata ai valori formali e affettivi del dialetto nel rappresentare le nostre tante e diverse realtà del mondo sociale e culturale del passato, restando però Giulietta in molti versi volutamente attenta alla realtà della vita quotidiana del suo tempo da lei vissuta in varie circostanze a lei care in modo molto attivo verso la comunità locale, un mondo in cui le parole erano ancora indissolubilmente legate alla reale narrazione di scorci di vita in un dialetto che rispecchia quel tempo.

 

Eccone un esempio:

Dré a la pigna

In questa registrazione audio Giulietta Martelli Tamoni, legge tre proprie composizioni intitolate “Sinfoni de stagion”, “Cama” e “La vita”. Dagli archivi della trasmissione radiofonica “Voci del Grigioni italiano”, 1941. https://www.rsi.ch/web/podcast/voci-del-grigioni-italiano-archivi/Poesie-di-Giulietta-Martelli-Tamoni--3273242.html