Pasqua, un passaggio per ognuno di noi?

di Emmanuelle Rossini

 All’avvicinarsi delle festività, io che non sposo nessun credo religioso, mi sono chinata sul significato etimologico della parola “Pasqua”. Ho trovato nelle mie ricerche la dimensione del passaggio; del solito un passaggio evolutivo, di crescita; dalla schiavitù alla liberazione, oppure dalla morte alla vita. Ed allora ho capito perché in questi giorni, mi sono giunti, durante le mie camminate quotidiane, questi pensieri che ho sentito voler condividere con credenti e non credenti religiosi, poiché sono convinta che oltre alla religione, ognuno di noi coltiva in se la propria spiritualità. E se essa viene abbracciata, ognuno di noi può proseguire il proprio cammino evolutivo, i propri passaggi interiori verso una consapevolezza maggiore di sé e del mondo che lo circonda. E quindi, eccomi a scrivere dei passi che vorrei potessero essere fatti, individualmente e collettivamente, in un mondo che a volte ci sembra sfuggire di mano, riferendomi ad alcuni eventi vissuti personalmente come madre nel percorso scolastico ed associativo dei miei figli. 

Vorrei che le scuole e le associazioni giovanili la smettessero con i loro atti di sessismo velati, i loro atti di educazione giudicante nascosta; consapevole che la maggior parte di essi non sono intenzionali, ma derivati da abitudini semantiche e linguistiche alle quali non si pone sufficientemente attenzione per riflettere al loro vero effetto sulle menti che le odono. In questo senso, vorrei che si smettesse di chiedere alle mamme ed alle ragazze di fare le torte, ed ai papà di tenere la buvette. In questo modo, i nostri giovani potrebbero crescere consci che non ci sono generi predisposti alla pasticceria, all’alcool od a qualsiasi tipologia di attività. 

Vorrei che quando piove, l’attività speciale di pulire le strade venga mantenuta. In questo modo, i nostri giovani potrebbero crescere consci che star attento alla salute del pianeta non è riservato ai giorni dove ti abbassi tre volte a raccogliere sporcizie girandoti poi verso il sole dieci minuti per abbronzarti in modo omogeneo. Potrebbero allora crescere consci che amare il pianeta ed i viventi che l’abitano è anche fatica gratuita, poiché amare è un arte che implica dono di sé. 

Vorrei che in primaria e secondaria si insegnasse la geopolitica e l’ecologia in maniera imparziale e riflessiva, come materie essenziali nelle scuole dell’obbligo. In questo modo, i nostri giovani potrebbero crescere  consci che la caccia non è l’unica soluzione e che le persone possono avere vedute diverse senza che una parte di loro venga giudicata come incapace di ragionare in maniera meritevole di attenzione. In questo modo, i nostri giovani potrebbero crescere  consci che per essere una cittadina ed un cittadino, tutti dovrebbero poter accedere ad una base culturale che permetta di capire il mondo di oggi, senza imposizioni di vedute, mentre il medioevo sarà approfondito da chi della storia ne vuole fare un suo mestiere o ne ha una passione.

Vorrei che la scuola introducesse nel suo agire quotidiano la filosofia fin dalla piccola infanzia. In questo modo, i nostri giovani potrebbero crescere consci che il senso critico e il prendersi il tempo per ragionare su sé stessi e su tutto quello che ci circonda sono attitudini alla base di una civiltà rispettosa di ogni diversità e di ogni forma di vita.

Si, vorrei che questi piccoli atti di cittadinanza consapevole fossero quotidiani da parte degli adulti. In questo modo, i nostri giovani potrebbero crescere consci che ogni talento va coltivato perché il talento coltivato permette di crescere, in armonia con le proprie aspirazioni; mentre il rendimento, i dogmi, il giudizio sono pesticidi mortali per l’umanità intera. 

Buona Pasqua a tutti e tutte

Emmanuelle 

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