di Teresio Bianchessi
Da troppo tempo ormai il Tg del mattino fa sanguinare il mio cuore.
Affranto, ascolto le conduttrici enfatizzare azioni di guerra, vedo immagini di dolore raccolte da eccitate colleghe al fronte che illustrano la potenza di quel drone o di quell’altro missile dando conto dei morti dell’attacco e mi fa anche rabbia che lo facciano con una foga peggiore di quella che era dei maschi.
Non è meglio che i notiziari condannino ogni forma di violenza con pacatezza, con ragionamento, mettendo una volta per tutte nell’angolo la perversa logica dell’ineluttabilità dei conflitti per redimere le controversie, favorendo invece la crescita nella società di una cultura tollerante, pacifica?
Non è meglio per tutti educare alla pace?
Come?
Come facevano le mamme una volta.
Ricordo i litigi con i miei compagni di gioco, spesso le buscavo, così
tornavo a casa e cercavo consolazione dalla mamma:
“Mama Federico ‘l ma picàt (Mamma Federico mi ha picchiato)
“Ah sé alùra ciapà apò al me casòt” (Ah si allora prendi anche il mio scapaccione”)
“Ahia ahia… ma mama… ma picàt apò Remo” (Ahi ahi…ma mamma mi ha picchiato anche Remo”)
“Ah sé, alura ciapà ‘n otre, cusè t’ampàret a tacà mia lite
(Ah si allora prendine un altro, così impari a non litigare)
Non c’era possibilità di replica.
Capita al volo la lezione, entravo in casa e subito mi passava il broncio; l’indomani di corsa a far pace con Federico e Remo che da allora sono rimasti amici per la pelle.
Educhiamo da subito alla pace!