di Teresio Bianchessi
E’ da un po’ che non esterno il mio disappunto su questi tempi di scellerate guerre e faccio mea culpa.
Tg serali continuano a portare argomentazioni in apparenza plausibili al riguardo; per quanto riguarda l’ultima l’emergenza Houthi sul mar Rosso che mette a rischio le rotte commerciali verso Suez, rivendicano la difesa dei commerci, dei nostri fabbisogni a volte di… mirtilli nel deserto e datteri sui monti.
La difesa dei commerci è giusta causa per un conflitto?
Quando ero bambino i “fabbisogni” erano dietro casa, tuttalpiù dal mugnaio, dal fornaio in paese, eppure come non ricordare le tragiche guerre del secolo scorso inflitte a popoli incolpevolmente martoriati, a riprova che i pretesti per ricorrere alla guerra sempre li trovano.
Qualcosa non torna nei paradigmi, quando saremo capaci di cambiarli, quando aiuteremo Abele a difendere pacificamente i propri diritti e Caino a riflettere e moderare la sua prepotenza?
Davvero “mea culpa” per il mio silenzio, l’unica voce che picchia con insistenza contro la guerra è quella di papa Francesco ma la sensazione, anche se punta il dito senza esitazioni sul profitto di pochi, se indica nello sterco del mondo: il danaro, il vero motivo dei conflitti trova purtroppo poco consenso.
Questo fa capire che i paradigmi non li cambieranno mai dall’alto, le rivoluzioni possono arrivare solo da sotto, dai tanti che siamo noi.
Aiutiamo Caino e Abele perché ritornino fratelli capaci di risolvere in pace le loro divergenze, obblighiamo i potenti a mutare decisamente rotta e se serve alzare bandiera bianca perché no, miliardi di persone sognano una esistenza pacifica.