Redazione

La testa della corsa circa a metà della prima salita sulla “Route 26” da Grono a Castaneda (Foto Lino Succetti)
Giovedì 19 giugno il Tour de Suisse è giunto, al termine della 5ª tappa, a Santa Maria, in Valle Calanca. È stata la regina delle tappe di questa edizione del Tour: 184,5 chilometri da La Punt in Engadina, con oltre 4000 metri di dislivello e due passi alpini, il Julier e il San Bernardino. Poi la discesa velocissima in Val Mesolcina per giungere a Grono con l’inizio dell’impegnativo circuito finale con la doppia ascesa verso Castaneda e l’arrivo in Santa Maria al fotofinish tra Oscar Onley e Joao Almeida. Il britannico ha battuto il portoghese in volata, terzo Gall. Nel giorno dell’inaugurazione del memoriale in onore di Gino Mäder sull’Albula, è cambiata anche la classifica generale. La maglia gialla è passata dalle spalle di Romain Grégoire, in difficoltà nel finale, a quelle di Kévin Vauquelin, oggi quarto, che ora conduce la corsa con 29” su Alaphilippe e 39” su Almeida.
Da notare che, grazie anche alle ottime condizioni metereologiche, gli spettatori accorsi in gran numero lungo il tracciato hanno potuto ammirare dal vivo l’arrampicata finale, avvenimento pure trasmesso in diretta a partire dal suggestivo passaggio sul San Bernardino sui canali televisivi nazionali.
Sono stati moltissimi gli spettatori saliti in bici o a piedi lungo la più dura e la più attesa scalata nella quale si incontrano 26 tornanti dal nucleo di Nadro (appena sopra Grono) a Castaneda (4,5 km al 9,8%, con tratti al 20%), ora strada forestale sistemata e pavimentata in cemento negli scorsi anni. Strada inaugurata nel 1830 e rimasta fino al 1964 la vecchia strada che da Grono portava in Val Calanca, prima della costruzione della nuova strada sulla sponda destra della valle, discesa dai corridori dopo il primo passaggio in Castaneda verso Roveredo. Dopo il tratto sul fondovalle tra Roveredo e Leggia, la carovana per il finale di tappa ha imboccato per la seconda volta gli impegnativi 26 tornanti (la “Route 26” denominata per l’evento sportivo dal grafico Lulo Tognola) da Grono verso Castaneda, completati con l’arrivo ai 955 m.s.m. in Santa Maria, situata sul bel terrazzo panoramico, con la chiesa caratterizzata dalla compresenza di stili diversi già documentata nel 1219 e la sovrastante torre medioevale a pianta pentagonale.
L’arrivo della tappa del Tour de Suisse del Tour de Suisse, con un grande impegno organizzativo, ha rappresentato un evento mediatico molto importante e un’ottima opportunità di promozione e una bella vetrina turistica per la Mesolcina e la Calanca.

Foto (Lino Succetti) del secondo passaggio sulla “Route 26” con in testa alla corsa il britannico Oscar Onley scattato per primo ma poi raggiunto qualche centinaio di metri dopo dal portoghese Joao Almeida. I due hanno poi inscenato un gran duello fino alla linea del traguardo, dove il fotofinish ha premiato di pochissimo l’atleta britannico.

I due passaggi lungo la “Route 26” hanno messo a dura prova i corridori! (Foto Lino Succetti)
Dev’essere stato emozionante essere lì sulla Route 66 … no, la Route 66 è la trans-americana dei diseredati di John Steinbeck (Furore!) verso il lavoro nei vigneti della California, oopssss … il Lulo Tognola si è battezzato la Route 26 della Calanca, eh eh … bravò!
Mi ha emozionato il Vostro Articolo che ha ben descritto la gara che non ho visto perché la TSI non giunge più in Lombardia … ma ho seguito alla Radio RSI che aveva anche inviati per tastare il polso di Organizzatori e Pubblico. Bello!
Quante volte sono salito camminando lungo il sentiero che parte da dietro la casa anziani Mater Christi ! sentiero che attraversa il bel fitto bosco di castagni e nocciòli fino a Nadro … per poi imboccare la strada a lastroni di cemento fino a Santa Maria, la neo-definita Route 66 che a tratti “tagliavo” per sentierini “di scorciatoia”. Giungere a Santa Maria è bello.
Se vi piace andar per sentieri, provate! in Autunno potete anche raccoglier castagne, magari piccoline ma belle.
Egregio Signor Donati,
Siamo grati per la sua bella e gentile recensione e per l’attenzione da lei dedicata al nostro articolo della “Tappa regina” del Tour de Suisse.
Un caro saluto
Lino (lino.succetti@gmail.com)
Gentilissimo Signor Succetti,
La ringrazio davvero tanto per la Sua risposta! Ho avuto la FORTUNA di poter vivere da dentro la Mesolcina e un po’ anche la Calanca … mi sono rimaste nel cuore e non sa come mi piacerebbe tornarci pur, sicuramente, in un altro modo. Le particolarità della cultura di Valle, del lavoro, della vita … le ho trovate arricchenti e invidiabili, soprattutto per me e per chi vive come me in una cittadina caotica della Lombardia “bosina e meneghina”. Ho anche lasciato molte amicizie e conoscenze che avevo avuto la fortuna di maturare, particolarmente a San Vittore e Grono. Spesso rivolgo loro un pensiero e una riflessione. Un bellissimo ricordo vivo. Davvero!
Pino