Progetto Memorie Condivise del Museo Moesano

di Giorgia Caterino Mainini, membro della Commissione Direttiva del MuMo

Il 5 febbraio 2025 si è svolto, presso la Casa di Cura Immacolata a Roveredo GR, un progetto promosso dal Museo Moesano, dal titolo Memorie Condivise.

Il progetto è sorto con l’intento di valorizzare i ricordi degli anziani residenti nella casa di cura, in quanto essi rappresentano una memoria culturale vivente per la valle Mesolcina. Questa valorizzazione è stata possibile grazie agli oggetti etnografici contenuti nel deposito del Museo Moesano, che hanno assunto la funzione di ponte, tra passato e presente e tra giovani e anziani.

Infatti, all’evento sono stati invitati gli alunni delle seste classi della Scuola Elementare di Roveredo che hanno partecipato, su base volontaria, in qualità di intervistatori. Il Museo Moesano ha organizzato una presentazione del progetto presso le Scuole Elementari di Roveredo, in modo da spiegare nel dettaglio ai ragazzi questa attività così particolare e nuova nella sua modalità.

La preziosa presenza dei ragazzi è stata occasione di entusiasmo e attivazione negli anziani. Ciascuno, a proprio modo e con i propri tempi, ha cercato un dialogo, fatto di racconti, gesti o sguardi. Questa comunicazione intergenerazionale stimolava la disposizione all’ascolto nei ragazzi e invitava a coltivare i ricordi negli anziani.

Sono stati scelti circa quindici oggetti dal deposito etnografico del museo, donati nel corso degli anni dalla popolazione della Mesolcina e della Calanca, allo scopo di essere conservati e valorizzati in quanto testimonianze storiche delle tradizioni e della vita quotidiana di un tempo. Molti oggetti sono rappresentativi dei lavori artigianali e contadini che si svolgevano in valle e sull’alpe. Altri appartengono alla quotidianità casalinga o ad antiche forme di gioco e intrattenimento.

Gli oggetti sono stati posti al centro di una lunga tavolata nella sala di animazione della casa di cura. Attorno ad essa, i partecipanti hanno cominciato a dialogare attivando ricordi e spesso discutendo su possibili usi di oggetti sconosciuti agli stessi anziani. Ne è risultata una conversazione vivace, un ragionare insieme, a riprova che la memoria è qualcosa di vivo e collettivo. La volontà non era quella di documentare in modo compilativo nomi e funzioni degli oggetti ma attivare un confronto. I diversi nomi dialettali hanno fatto leva su memorie sopite, su situazioni ed esperienze famigliari che hanno portato alla luce i valori che animavano la vita contadina della valle, il diverso scandire del tempo, la fatica, l’ingegnosità per evitare gli sprechi e dare il giusto valore ad elementi considerati oggi uno scarto.

Toccare e provare questi oggetti ha significato tornare bambini, ricordare i gesti e i rumori che animavano la fienagione, la stagione sull’alpe, l’alternanza con l’anno scolastico, la vita casalinga, le tradizioni legate alle feste religiose. I dialoghi sono stati registrati dai ragazzi e uno di loro ha anche effettuato una ripresa con la telecamera. Il video è stato poi elaborato e reso fruibile dal Museo Moesano. Il testo che segue è rappresentativo del tipo di dialoghi intessuti tra ragazzi e anziani:

“Chesta l’è la verdaca. Quand num um sera pup come voialtri, ala sira del venerdi sant in procession um gh’era sti rob da giraa e pè e gh’era el maee, che l’era un grand as con un martel tacò in mez e sal sbateva un colp de chi e un colp de là. I masc i gh’eva chel da sbat, e i femen chesta verdaca” (Dialogo tra Gabriella e Sasha, 05.02.2025)

Non tutti gli anziani hanno potuto raccontare, ma vederli toccare e sperimentare gli oggetti come il macinino per il caffè, per esempio, ha significato reinserirli nella normalità di gesti quotidiani che hanno dato senso alle loro vite per molti anni. Per i ragazzi è stata l’occasione di sperimentare la lentezza, l’attesa, l’incertezza e i dubbi della memoria; anch’essi sono stati inseriti in un flusso sociale intergenerazionale che non li confina agli interessi della propria fascia d’età, ma che crea il terreno per condividere esperienze, promuovere un apprendimento di prossimità, guardarsi negli occhi e costruire il futuro insieme.

Il progetto nasce da una collaborazione preesistente tra il Museo Moesano e il Centro anziani Opera Mater Christi di Grono, che nel corso degli anni precedenti ha permesso di creare dei pannelli fotografici con rappresentati alcuni oggetti etnografici, descritti con i rispettivi nomi dialettali della bassa valle Mesolcina. Ogni pannello con foto e nome è stato arricchito con un piccolo testo che contestualizza l’utilizzo dell’oggetto. Questa mostra fotografica è stata, in prima istanza, allestita nell’atrio del Centro anziani Opera Mater Christi e nel 2025 è stata allestita nella sala d’animazione della Casa di Cura Immacolata.

Come già avvenuto a Grono, anche a Roveredo la visione della mostra ha, essa stessa, costituito un mezzo di attivazione delle memorie. L’intento è quello di portare in futuro i pannelli fotografici anche nelle altre case di cura per anziani nella valle Mesolcina. Il progetto Memorie Condivise si aggiunge, come ulteriore tassello, alle iniziative che portano il Museo Moesano ad avvicinarsi alle istituzioni per anziani della valle Mesolcina nell’intento di contribuire, con le proprie iniziative a tessere una rete di relazioni sociali che coinvolgono la popolazione anziana. In seguito all’evento del 5 febbraio, come museo, abbiamo allestito presso la sala d’animazione della casa di cura, gli scatti che testimoniavano i momenti salienti del pomeriggio di condivisione intergenerazionale. Abbiamo potuto riscontrare quanto queste fotografie siano state gradite agli ospiti della casa di cura, che si sono ritrovati protagonisti in queste immagini.

Ringraziamo per la realizzazione di questo progetto la preziosa collaborazione della direzione dell’Opera Mater Christi e della Casa di Cura Immacolata e le rispettive responsabili del servizio di animazione. Ringraziamo inoltre la direzione delle Scuole Elementari di Roveredo che ha appoggiato in pieno il nostro progetto. La Commissione Direttiva del Museo Moesano riconosce l’importanza di una figura di spicco nella conservazione e valorizzazione della storia e cultura della valle Mesolcina e prezioso collaboratore del Museo Moesano, nella persona di Elvino Tamò, che ringraziamo.

Il progetto Memorie Condivise costituisce un arricchimento di questa valorizzazione del patrimonio etnografico, nella volontà di rendere viva la relazione tra oggetti materiali e popolazione locale. Gli eventi e la condivisione sociale sono un obiettivo centrale nella politica del Museo Moesano. Esso riconosce l’importanza di dinamizzare e mettere al centro gli oggetti di interesse storico e culturale della valle perché possano essere attori protagonisti della vita collettiva di questa vivace realtà della Svizzera italofona.

Fotografie di Roberta Valenti, collaboratrice amministrativa del Mumo

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