Pensieri sparsi e persi – Che domani sarà?

di Teresio Bianchessi

Durante i miei, a breve settantotto anni di vita, ho visto  certamente storia e società mutare con una rapidità mai cosciuta prima, anche se ora mi rendo conto che nulla è rispetto all’accelerazione di questi ultimissimi tempi; la riflessione è giunta in un momento apparentemente banale, seguivo il programma “Che tempo che fa” di Fazio incuriosito dall’annunciata e straordinaria intervista con Papa Francesco.

Perché stupirsi, vien da dire, un Papa con i piedi per terra non è più una novità, siamo passati dalla portantina all’utilitaria, abbiamo assistito anche al clamore per l’uscita nel 1994 del libro di Giovanni Paolo II: “Varcare la soglia della speranza” che, con Messori, interrogava sulla fede, i mali del mondo, le guerre, le carestie… era la prima volta di un Papa in libreria.

Il mio ricordo più drammatico, però, legato al trono di Pietro è stato quando i media di tutto il mondo hanno diffuso queste parole: ad cognitionem certam perveni vires meas ingravescente aetate non iam aptas esse ad munus Petrinum aeque administrandum…” era l’11 febbraio 2013, erano le dimissioni di Papa Benedetto XVI.

Fu per me una fitta al cuore, come poteva, mi chiesi,  il  “Divino” rassegnare le dimissioni, davvero cosa inammissibile,  e il trauma fece riaffiorare  un ricordo d’infanzia che mi portò al lontano 9 ottobre del 1958, alla morte di Pio XII, all’agonia del Pontefice raccontata per giorni interi da bollettini  medici intervallati da preghiere e musica sacra, sospesi tutti i gli altri programmi radiofonici.

 Ho rivisto così un paese che si ferma, in ansia, che  trepida e recita il rosario per il pontefice.

Preistoria…quanto lontano è quel sentire!

Pensieri sparsi e persi sul “sacro” che obbligano oggi ad interrogarci sul futuro della religione, della società, della stessa chiesa e vien da chiederci: la morale, il senso religioso della vita che sta franando irrimediabilmente che ripercussioni avranno su istituzioni fino ad ieri solide come la famiglia, la scuola, anche il lavoro?

Terrorizzarci o tranquillizzarci?  Si scardina o si gettano basi di una società più evoluta e libera?

Società che intanto deve confrontarsi con l’incognita della “Intelligenza artificiale”, ho seguito recentemente un dibattito del giornalista Rai esperto di economia e finanza Paolo Gila e gli scenari sono inquietanti anche se (personalmente ne ero già convinto) etichettare col termine di “Intelligenza artificiale” l’accelerata capacità dei sistemi di elaborare enormi masse di dati e farli interagire, depista non poco la gente, perché è comunque sempre l’uomo a mettere “Intelligenza”.

Preoccupa semmai l’utilizzo perché di noi i sistemi sanno tutto e mentre prima le indicazioni che davamo al Supermercato erano finalizzate a invogliarci a nuovi acquisti, oggi incrociati con le nostre cartelle cliniche, le nostre voci, i nostri visi, i nostri pensieri lasciati sui social, ci espongono a manipolazioni  davvero pericolose.

 Nel corso della conferenza il giornalista ha sottolineato anche i rischi concreti dei portatori di “loop recorder” o di “pacemaker” facilmente raggiungibili e attaccabili, con danni alla salute, da potenziali “nemici” hacker,  pericolo che di certo non interessa il comune cittadino, ma, immagino, dittatori, esponenti politici, capi di stato e, se l’affermazione impressiona, c’è anche da dire che da tutti è ormai riconosciuto il grande contributo che la nuova tecnologia già sta portando al tema della salute.

“L’intelligenza artificiale” però è anzitutto bugiarda, capace di creare pericolosissime  “fake news”  per screditare persone, manipolare la gente, condizionare  risultati elettorali; eccolo il pericolo che a me più spaventa: da qui in avanti distinguere il vero dal falso diventerà sempre più difficile, la VERITA’ è lei quella che corre i maggiori rischi.

Voliamo ora più bassi, lo sciopero dei trattori in Europa che ai più appare come una delle tante contrattazioni di categoria mentre, invece,  è un duro scontro di visione del mondo.

Esemplifico molto il pensiero: contrapposizione di poteri, l’uno, il Parlamento europeo che, con la politica del  Green Deal spinge verso la transizione ecologica sulla quale tutti, pare, concordino, l’altro, gli Agricoltori,  che fa emergere i costi del processo e non vuole pesanti restrizioni all’uso  dei pesticidi perché diversamente produzione e reddito caleranno vistosamente.

E la carne sintetica capace di ridurre o forse di sostituire in futuro  il fabbisogno alimentare ora garantito dagli allevamenti che molto inquinano?

Altro tema scottante e furioso; l’Europa mira infatti a  ridurre drasticamente le emissioni di azoto di cui sono responsabili proprio gli allevamenti intensivi, numerosissimi soprattutto in Olanda, ma l’opposizione degli allevatori è feroce.

La salute del pianeta?

Ci penseremo dopo.

Quello dei trattori sembrava, in apparenza, il tema più banale, risulta essere, invece, il pensiero più intrigante perché obbliga a stravolge abitudini, chiede rispetto del pianeta, mette in discussione persino il concetto di come ci alimenteremo domani.

Direttore, a voce le avevo detto che avevo tanti pensieri sparsi e persi, creda ne avrei altri: conflitti, società fluida, globalizzazione,  genetica,  spazio, metaverso … ma mi fermo qui perché già dall’evolversi di questi, in primis quello del senso religioso della vita, si potrà capire in che direzione ci incammineremo, che domani sarà.

Al momento sono in ansia perché non so rispondere  a questa spontanea e legittima domanda: Questo mondo, tanto diverso da quello vissuto dalla nostra generazione, che ora è  bruco, ce la farà a diventare farfalla?

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