IN RICORDO  DI  ALBERTO DECRISTOPHORIS

   

Ci sono delle persone che, quando ci lasciano, oltre al dolore a tutti i loro familiari, provocano anche un senso di vuoto in un’intera comunità, in particolare in un paese, per il fatto che hanno sempre avuto una funzione vitale e importante ed hanno costituito, durante la loro vita, un punto di riferimento e di conforto anche ai loro compaesani, che spesso si sono rivolti a loro per un consiglio, per un’opinione, per una chiacchierata per socializzare e trascorrere congiuntamente alcuni piacevoli momenti.

Alberto Decristophoris era una di queste persone e la sua scomparsa ha toccato profondamente l’intera comunità di Roveredo che oggi piange un suo cittadino che tanto si è impegnato per il suo miglioramento e la sua crescita durante molti decenni.

Alberto Decristophoris, originario di Roveredo, è nato il 15 dicembre 1942, figlio di Fausto Decrophoris e Lina nata Giboni. È cresciuto con i fratelli Salesia e Luigi, figure caratteristiche della frazione di “Guéra” che erano gestori per molti anni della ben conosciuta “botega della Salesia”. Ha frequentato le scuole elementari e la scuola reale a Roveredo e dopo aver assolto una scuola di commercio a Lucerna, conseguendo il relativo diploma, è dapprima entrato al servizio della Ferrovia Retica del Cantone dei Grigioni, per la quale ha lavorato come capostazione ad Arosa, Bever, S-chanf e Klosters prima di rientrare in Mesolcina dove ha prestato servizio fino al 1972 quando la Ferrovia Bellinzona-Mesocco è stata chiusa al traffico passeggeri,  è poi stato assunto dall’Ufficio Viaggiatori delle PTT di Bellinzona quale impiegato e guida per le gite che venivano organizzate in varie città svizzere e nei paesi limitrofi, come Francia, Germania ed Italia; dal 1998 si è poi concesso la meritata pensione. Nel 1981 si è sposato con Beatrice Soldati ed è divenuto orgoglioso padre di Sonia ed Alfio e, negli ultimi anni, ha avuto anche il piacere di divenire premuroso nonno di Benedetta e Adelaide.

Come detto è sempre stato attivo nella comunità di Roveredo sia politicamente che in molte altre attività di natura ricreativa e sociale. Rappresentante di quello che era, alle sue origini, il partito conservatore, divenuto poi Partito Popolare Democratico Cristiano, che è oggi Alleanza del Centro. Ha ricoperto per molti anni la carica di consigliere comunale e di membro di più commissioni legislative. È stato anche per lunghi anni membro, quindi presidente, del Consiglio scolastico, membro del Consiglio Parrocchiale e del Comune Patriziale. Ha difeso le tradizioni, le entità locali e le sagre religiose del comune; è stato assiduo frequentatore della Messa domenicale.

In questi suoi lunghi anni di militanza è stato uomo di riferimento e persona di contatto per tutti, in special modo per tanti giovani che si affacciavano per la prima volta sul palcoscenico politico comunale ai quali dispensava consigli ma soprattutto, con il suo esempio, indicava nella semplicità, nella concordanza e nella comprensione umana, le caratteristiche che ogni politico dovrebbe avere.

Alberto, conosciuto meglio come Berto o Salesia, era una persona pacata, di poche parole, e ha sempre voluto interpretare l’interesse della comunità, ancor prima di quello partitico e per questo è sempre stato considerato una persona buona, un paciere, pur rimanendo fermo nelle proprie convinzioni morali, sociali e politiche.

È sempre stato profondamente legato alla sua Roveredo ed al suo territorio ed ha contribuito attivamente alla vita sociale del comune mettendosi a disposizione di più società locali ed impegnandosi in modo particolare in seno alla Lingera, dapprima quale responsabile della cucina, dove scherzosamente venivano ancora suddivisi per appartenenza politica i cuochi alle tradizionali caldaie per la preparazione del risotto.  Parliamo degli anni ’70 in un tempo in cui la vita politica della comunità roveredana era ancora fortemente caratterizzata dall’appartenenza partitica e, per i cuochi della Lingera, l’importante era gestire lo zafferano o la distribuzione d’asporto dell’appetitoso piatto con le luganighe, sempre nell’intento di rafforzare la cerchia dei propri simpatizzanti in una forma di sana competizione politica che diveniva però un momento di scambio sociale e di profonda amicizia. In seguito Alberto fu anche per molti anni uno dei responsabili delle finanze della Lingera che, anche sotto la sua guida, ha assunto una dimensione tale per cui è stato necessario darle una struttura manageriale in quanto ormai la fama del carnevale roveredano aveva ampiamente superato i confini del paese.

A tutti i familiari giunga da queste colonne il rinnovo delle più sincere condoglianze e il sentimento di profonda condivisione del loro dolore. La nostra solidarietà va alla moglie Beatrice, ai figli Sonia e Alfio, alla nuora Jasmine, alle adorate nipoti Benedetta e Adelaide e a tutti i parenti.

Addio caro amico Berto. Riposa in pace.

Amici “conservatori”

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