Grono – Ritorna la tradizionale festa dei “libri in libertà”

Anche quest’anno, la Biblioteca Comunale di Grono ripropone la tradizionale transumanza dei libri che, dalla Biblioteca, con la famosa “carriola letteraria” spinta di volta in volta dai vari illustri ospiti, vengono trasportati nella tendina ubicata nel prato comunale e lì lasciati a disposizione dei passanti che possono sedersi a leggerli o anche portarseli a casa senza obbligo di restituzione. Tra i vari ospiti che hanno partecipato attivamente alla transumanza, ricordiamo Andrea Vitali e Fabio Stassi.

Questa volta avremo come ospite Vera Gheno, scrittrice, traduttrice dall’Ungherese e divulgatrice scientifica che ci presenterà il suo ultimo libro “Grammamanti”.

Vera Gheno, sociolinguista e traduttrice, ha collaborato per vent’anni con l’Accademia della Crusca e per quattro anni con la casa editrice Zanichelli

L’abbiamo intervistata per voi!

Come mai si è dedicata allo studio della sociolinguistica?

Perché non sono riuscita a proseguire gli studi a ingegneria per l'ambiente e il territorio; ho ripiegato su Lettere, ma mai  avrei pensato di seguire le orme paterne sul sentiero della linguistica. Tra tutti i tipi di linguistica, sono stata particolarmente attratta dalla sociolinguistica, perché di fatto "usa" la linguistica come strumento per studiare le persone nel loro singolo e come parte della collettività.

Che cosa ne pensa del dibattito sul genere neutro e lo schwa?

Penso che ancora siano poche le persone che comprendono bene il senso della questione, perché si continua ancora a dare informazioni assolutamente parziali su di essa. Intanto, non si tratta di un dibattito sul genere neutro (un terzo genere accanto al maschile e al femminile), ma della riflessione sulla mancanza di una forma che non ci "costringa" a esprimere continuamente il genere delle persone a cui facciamo riferimento (si pensi  all'inglese "neighbor", che è sia "vicino", sia "vicina", sia  una persona di qualunque altro genere). Poi, non ha molto senso concentrare il dibattito sullo schwa, che è solo una delle tante soluzioni "fatte in casa" dalle comunità LGBTQIA+ per ovviare alla mancanza di una tale forma in italiano. Penso che sia
un dibattito sovranazionale interessantissimo, che mira a evidenziare la distanza esistente, in questo momento, tra ciò che sappiamo della complessità del genere umano e ciò che le lingue riescono a riprodurre.

Come pensa che evolverà la lingua italiana tra globalizzazione e internet?

La risposta più giusta è probabilmente "non ne ho idea". Di certo, l'italiano rimarrà una lingua viva finché sarà in grado di rispondere ai bisogni della sua comunità dei parlanti. Evolverà, quindi, nella direzione più utile per loro (cioè noi).

Come si evolveranno le sue ricerche linguistiche?

Chi lo sa? Al momento, mi interessa vedere cosa fanno e dove vanno le minoranze che a oggi non hanno avuto piena rappresentanza nel linguaggio. Domani, chissà.

Lei traduce dall'ungherese, cosa vuol dire tradurre da una lingua all’altra? Non si rischia magari di “tradire”, di falsare il vero significato del testo?

Tradurre per me significa non solo rendere il senso delle parole, ma anche riportare una cultura in un'altra, senza appiattire l'una sull'altra. Quella sul tradurre-tradire è una diatriba antichissima. Ovviamente, siccome le lingue non si corrispondono mai perfettamente, un certo grado di "tradimento" c'è sempre. Basta esserne consapevoli.

Ringraziamo Vera Gheno per averci concesso l’intervista e diamo appuntamento a tutti i nostri lettori per il giorno 17 giugno alle ore 19.30 presso l’Aula Magna delle Scuole di Grono. La scrittrice dialogherà con la giornalista Laura Zucchetti.

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