Fallimento Signa, banca cantonale agì bene? Ordinata inchiesta

(ats) Nei Grigioni diventa un caso politico il fallimento di Signa, il gruppo immobiliare austriaco con importanti interessi in Svizzera.

Secondo quanto scritto dalla SonntagsZeitung, il presidente del consiglio di banca (equivale a un consiglio di amministrazione) della Banca Cantonale Grigione (BCG) Peter Fanconi avrebbe aiutato il magnate tirolese René Benko, fondatore di Signa, ad ottenere crediti da altre banche cantonali, ottenendo in cambio dei vantaggi. Quest’ultimo punto viene smentito da un portavoce di Fanconi.

La BCG vuole però vederci chiaro e ha ordinato un’inchiesta esterna, ha indicato oggi in una conferenza stampa il consigliere di stato Martin Bühler (PLR), responsabile del Dipartimento delle finanze e dei comuni. L’obiettivo è quello di chiarire le accuse che sono state rese pubbliche negli ultimi giorni. Il governo continua comunque ad avere fiducia nell’istituto, ha sottolineato il 47enne. Sul tema ha preso anche posizione la sezione cantonale UDC, che ha accusato Bühler di minimizzare la questione.

La BCG ha prestato soldi a Benko? La domanda non ha a tutt’oggi una risposta. È per contro noto che Signa ha ricevuto denaro dalle banche cantonali di Zurigo e Argovia, nonché – in proporzioni notevoli – da Julius Bär.

Fino a pochi mesi or sono il 46enne Benko era considerato un multimiliardario. Dalla fine di dicembre però tutta una serie di società del gruppo Signa ha presentato istanza di fallimento e lo stesso ha fatto anche lo stesso magnate a titolo personale. In Svizzera Signa controlla una quota del 50% dei grandi magazzini Globus.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto