Educazione e informazione: Sfide e insidie nell’era digitale

La tecnologia rincorre se stessa, perché non è mai paga

Giovedì 1° maggio 2025 ha avuto luogo a Coira la conferenza intitolata Educazione e informazione: Sfide e insidie nell’era digitale. Livio Zanolari, introdotto dallo studioso Dalmazio Ambrosioni e dal Professor Massimo Lardi, ha guidato tutte le e tutti i presenti in interessanti riflessioni sulla tematica molto attuale dell’Intelligenza Artificiale. Approfondendo soprattutto due tematiche a lui molto care – l’educazione e l’informazione – Zanolari ha indicato molte delle sfide, ma anche delle opportunità derivanti da questa nuova tecnologia, stimolando soprattutto il dialogo grazie ai suoi aforismi. È stata infatti questa serata anche l’occasione per presentare il secondo volume di aforismi recentemente edito per i caratteri di SalvioniEdizioni: Cavie online – tra intelligenza e intelligenza artificiale (IA) – Aforismi. Il volume, edito nel 2024, è arricchito da una prefazione e una postfazione degli stessi Ambrosioni e Lardi e da un’importante introduzione, nella quale si contestualizza la tematica in modo puntuale.

La serata, organizzata dalla Sezione di Coira della Pro Grigioni Italiano, in collaborazione con la Società Pusc’ciavin Coira e con il sostegno del Tempo Libero Club (con un delizioso Apericena), ha riscosso un grande successo, attirando un folto pubblico. Vi ha preso parte anche il Sindaco della città di Coira Hans Martin Meuli

Da sinistra: Prof. Massimo Lardi, Hans Martin Meuli (Sindaco di Coira), Livio Zanolari, Dalmazio Ambrosioni, studioso e ricercatore.

Il prof. Massimo Lardi ha contestualizzato la serata con il seguente intervento.

Non dobbiamo subire l’evoluzione algoritmica!

Introduzione alla conferenza di Livio Zanolari sul tema “Educazione e informazione. Sfide e insidie nell’era digitale” (con riferimento alla sua pubblicazione di aforismi Cavie online*)

Ringrazio per l’onore di introdurre questa conferenza, che ruota intorno al tema dell’IA, un argomento di bruciante attualità che è anche quello della seconda raccolta di aforismi di Livio Zanolari, Cavie online. L’IA è l’invenzione più sconvolgente e affascinante dell’era moderna. Paragonabile all’invenzione della stampa di Gutenberg, che è stata una svolta straordinaria per l’umanità, ha ampliato l’accesso alle informazioni esistenti, ha favorito la diffusione delle idee, lo sviluppo della scienza, dell’educazione e dell’l’informazione.

L’IA ha fatto un grande passo in più: è anche in grado di analizzare le informazioni, generarle e applicarle in modi nuovi. Essa cambia il modo in cui lavoriamo, comunichiamo, creiamo e persino pensiamo.

Faccio un esempio terra a terra. Un compito di scuola: lo svolgimento del tema “L’inverno non l’ha mai mangiato il lupo”. Scelgo questo perché ce l’avevano assegnato alle elementari procurandoci non pochi grattacapi. Bene o male, con l’aiuto di qualche adulto, qualcosa avevamo messo insieme, il maestro l’aveva corretto, noi l’avevamo messo a bella copia. In quel tempo l’invenzione di Gutenberg ci permetteva di farlo battere a macchina da qualcuno per pubblicarlo sul giornalino di classe o per partecipare al concorso dell’Almanacco Pestalozzi, allora in grande voga. 

Cosa può fare oggi uno scolaro con l’IA?  Servendosi dell’IA un allievo impiega due secondi a realizzare lo stesso tema con le caratteristiche richieste dal maestro: lunghezza, adeguatezza all’età (11, 12, 13, 14 anni) perfettamente corretto, pronto per la pubblicazione. E non è tutto: con un altro clic su piattaforme come Instagram, Twitter, Facebook e altri social media, è possibile condividerlo praticamente con il mondo intero. Naturalmente, la portata di un messaggio dipende da diversi fattori (visibilità, algoritmi, condivisione virale, comunque altro che il giornalino di classe!).

                Fatte le dovute proporzioni questo vale in ogni ambito della vita umana, nel giornalismo, nella pubblicità, nella politica, nella medicina, nella robotica, nelle relazioni sociali.

                Insomma, l’IA è uno strumento di una raffinatezza finora mai raggiunta dall’umanità. Ma attenzione! Resta pur sempre solo uno strumento e come tale non è dotato di morale, di sentimento, di autocontrollo, di discernimento tra bene o male. Il suo valore etico dipende unicamente da come viene utilizzata. Si può paragonare all’acqua, al fuoco e al vino che come servitori sono di vitale importanza, ma come padroni possono diventare mortalmente pericolosi. L’IA può essere utilizzata tanto per creare vaccini e farmaci per salvare vite umane, quanto per costruire armi di sterminio di massa; per creare una pubblicità utile per il commercio quanto per trarre in inganno i potenziali clienti; può essere utilizzata tanto per l’informazione oggettiva quanto per creare false notizie, tanto per salvaguardare i valori della democrazia quanto per impossessarsi del potere e tiranneggiare, e così si potrebbe continuare. Insomma, a seconda dell’uso che se ne fa, l’IA offre vantaggi inauditi, oppure pericoli abissali.

                Ora, al fine di ovviare a questi pericoli, si è sviluppata una nuova scienza, la algoretica di padre Benanti, un insieme di regole e linee guida, che possono essere integrate nella progettazione degli assistenti virtuali (le macchine che creano IA). Tante nazioni, come l’UE, (ma purtroppo non tutte) le adottano in modo da fornire risposte che siano utili, sicure e rispettose delle norme morali e legali. Regole per cui gli assistenti virtuali si rifiutano di trattare certi temi che possono favorire la violenza, la falsità, l’odio e il vizio. Anche nel nostro Cantone ci si muove in questa direzione come dimostra tra l’altro la recente “Interpellanza Righetti” concernente l’utilizzo di programmi di intelligenza artificiale e il consumo di detti prodotti da parte dei giovani (GI, 13 marzo 2025).

Non basta fermarsi qui. Anche nella sfera privata, ogni individuo che utilizza l’IA deve mantenere una vigilanza costante per garantire che rimanga sotto controllo, sia nella politica che in ogni altro ambito. Particolarmente rilevanti sono settori come l’educazione e il giornalismo, che Livio approfondisce in modo specifico e dettagliato.             

Soffermiamoci ancora un attimo sull’educazione, sul componimento “L’inverno non l’ha mai mangiato il lupo”. È ovvio che in questo caso il ragazzino con l’IA non impara nulla. Gli serve solo per evitare il sacrificio e la fatica, la ginnastica mentale e la concentrazione, che sono gli esercizi e gli sforzi che gli consentono di crescere sia intellettualmente che emotivamente. In questo caso l’IA non è che un danno, dal quale deve essere protetto e il controllo non lo può esercitare il sistema incorporato in essa, ma è compito dei genitori e degli educatori. 

                 Purtroppo ci sono altri inganni di ben altro spessore. L’IA sta producendo un facile ottimismo paragonabile a quello ottocentesco e novecentesco che si basava sulla scienza, sulla tecnica e sull’ateismo. E abbiamo visto che cosa ha sortito in fatto di guerre e di persecuzioni.

                L’esagerato ottimismo di oggi è basato proprio sull’IA. Certi cultori dell’IA (i cui principali esponenti sono sostenuti dai narcisisti che governano attualmente l’America, presi solo di sé e incapaci di empatia) propongono nuove ideologie futuriste pericolose che si definiscono con i nomi misteriosi di «transumanesimo, estropianesimo, singolaritanismo, cosmismo, altruismo efficace e lungoterminismo» sigla TESCREAL, Timnit Gebru e Emile Torres, Silicon Valley (Pietro Ortelli, L’Osservatore 31.08.2024, p. 2-3). Promettono l’opportunità di migliorare radicalmente l’organismo umano, illudendoci così di diventare immortali, super intelligenti, più razionali e altro ancora. Prospettano la fusione di esseri umani e macchine, lo sviluppo dell’«intelligenza artificiale senziente» e del caricamento della mente su supporti informatici, la colonizzazione dello spazio e «la “magia scientifica del futuro” molto oltre la nostra attuale comprensione e immaginazione». Con “l’altruismo efficace” e con il “lungoterminismo”, pretenderebbero di creare una nuova specie postumana, che oltre a colonizzare lo spazio e a controllare la natura, massimizzerebbe la produttività economica e la creazione di quanto più valore possibile all’interno dell’universo accessibile, cancellando fame, malattia, povertà e aumentando la quantità di felicità nell’universo.

                Ma a quale costo? Lasciando cinicamente che 1,3 miliardi di persone muoiano ora nella miseria e nelle guerre al fine di preparare il benessere e la felicità a un numero imprecisato di miliardi di persone che vivranno in futuro. Fatte le dovute proporzioni l’impostazione di questi cultori dell’IA non è diversa da quella di chi nel secolo scorso ha sterminato milioni di oppositori, di kulaki e di ebrei per garantire (scientificamente) un mondo migliore alle generazioni future. Ma se l’intelligenza artificiale è una magia così potente, perché non si utilizza per eliminare hic et nunc la guerra e la miseria? Insomma, siamo come al tempo della costruzione della Torre di Babele, una situazione che si riassume facilmente in un aforisma di Livio: Il timore, secondo cui l’IA sconvolga tutto, non è infondato. Ma è un aforisma cancrizzabile, come dice Umberto Eco, cioè rovesciabile, e a seconda dei punti di vista si può asserire: Il timore, secondo cui l’IA sconvolga tutto, è infondato.

                Intorno a questa problematica di bruciante attualità ruotano, dunque, gli aforismi di Livio che hanno lo scopo pratico e concreto di mettere in guardia contro gli abusi dell’IA e contro le false aspettative da essa generate. Come? Ce lo spiegano l’autore stesso insieme al giornalista di lungo corso Dalmazio Ambrosioni, che si sente particolarmente legato a Poschiavo per essere un conterraneo, se non un lontano parente, di Giuseppe Ambrosioni, il prestigioso direttore della Tipografia del Barone de Bassus nel Settecento. Buon ascolto.

                                                                                                                              Massimo Lardi

*Livio Zanolari, Cavie online tra intelligenza e intelligenza artificiale (IA). Aforismi, SalvioniEdizioni, Bellinzona, 2024

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