
Dal 1958 è attiva in Val Mesolcina e Val Calanca l’associazione ACAM Spitex Moesa, con sede a Roveredo, che ha come scopo la cura e l’assistenza a domicilio delle persone anziane o malate o in qualche modo bisognose di aiuto. Per dare un’idea della sua importanza ed utilità per i residenti nel Moesano basta ricordare alcune cifre: 124 collaboratori, 76 posti di lavoro, 13 volontari, 536 utenti, 13 apprendisti, 22’231 pasti distribuiti. In tutti questi anni l’associazione si è sviluppata sempre più raggiungendo un alto livello di professionalità grazie all’impegno di collaboratori e dirigenti, in special modo della signora Daria Berri-Cereghetti che dal 1987 la dirige.
Dopo 38 anni di intenso e impegnativo lavoro Daria Berri-Cereghetti va in pensione e lascia, possiamo dire, la sua creatura nelle mani esperte di Gilles Müller che la sostituirà nell’incarico.
Noi del moesano.ch, avendo aprrezzato l’impegno e la passione con cui la signora Berri-Cereghetti ha condotto l’Associazione, abbiamo pensato di rivolgerle qualche domanda a conclusione di una carriera intensa e che le ha portato tante soddisfazioni.
- Ripensando ai suoi 38 anni di servizio, quali sono stati i momenti più importanti che hanno dato significato alla sua carriera all’ACAM Spitex Moesa?
In così tanto tempo i momenti belli e i momenti difficili sono stati tanti.
Il servizio è cresciuto molto, ho iniziato nel 1987 con un’impiegata a metà tempo e mi ritrovo adesso con 124 collaboratrici e collaboratori.
Lavorare nella direzione ACAM è una sfida continua, bisogna recepire i bisogni e le opportunità e le sfide sono all’ordine del giorno.
Nei primi anni il lavoro era molto semplice, quasi familiare, ascoltavo le poche telefonate delle persone che facevano richiesta di aiuto, cercavo di valutarne il fabbisogno e di organizzare un aiuto.
I primi interventi erano piuttosto improntati sull’assistenza, un aiuto domiciliare passava intere giornate presso le famiglie, di solito famiglie numerose, magari in caso di nuovi nati. Ci occupavamo della famiglia globalmente, lavori domestici, cura dei bambini, spesa, preparazione dei pasti.
Dopo pochi anni, recependo i mutamenti del fabbisogno della popolazione abbiamo ampliato gradualmente l’offerta, potenziando le cure vere e proprie e inserendo anche collaboratrici infermiere.
Ho sempre presenti le discussioni, le “lotte” con i membri dei vari comitati, con le autorità per riuscire a cambiare strategie, per ottenere nuove offerte da dare alla popolazione.
Ho sempre nel cuore la prima presidente che ho conosciuto: Anna Parolini di Grono, molto concreta e seria ma anche aperta alle novità; nel primo comitato c’erano anche Palmira De Togni, il Dr. Marcel Sutter , Renata Winkler e Waldo Ciocco. Il lavoro di crescita maggiore c’è poi stato grazie al comitato a partire dal 1996 presieduto da Dolores Belloli.
Nel 1997 per 4 anni, sono stata eletta nel Comitato Cantonale dell’Associazione Cura e assistenza a domicilio Grigioni. L’assemblea dei delegati del Servizio di mediazione grigionese degli istituti per lo Spitex, l’anzianità e i disabili, mi ha nominata, nel settembre 2012, nel suo comitato in rappresentanza della Federazione cantonale Spitex, carica che ho mantenuto fino al 2023. Dal 2020 fino al 2024 sono stata membro del comitato cantonale Spitex Verband e presidente della conferenza cantonale dei direttori Spitex.
Ricorderò sempre il periodo covid, i miei viaggi in autopostale verso la sede di Cama, da sola, lontana da tutti, con la grande motivazione di continuare ad offrire cure e assistenza malgrado tutto, le incertezze, le paure, le telefonate da parte di utenti, di familiari dei nostri pazienti e il grosso lavoro da parte di tutti all’ACAM per garantire il miglior lavoro possibile. Mi ricorderò sempre la telefonata di ringraziamento quando mi dicevano:” Quest’anno a Pasqua c’erano solo auto con il cartellino ACAM in giro…”
Ricorderò sempre il grande sostegno da parte delle persone chiave all’interno della direzione ACAM, senza un team così coeso, impegnato e attento, molto professionale, non avremmo potuto costruire negli anni un’azienda così grande e complessa. Dovrò sempre ringraziare in modo particolare la responsabile cure e interventi Linda Mossi Sammali e la responsabile amministrativa Katia Savioni per la grande disponibilità, per la loro capacità critica e per la professionalità. Senza di loro e senza i collaboratori e le collaboratrici non avrei ottenuto niente.
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- Durante il suo mandato, quali sono state le principali sfide nel fornire assistenza domiciliare e come le ha affrontate? Ha qualche aneddoto particolare da raccontarci?
– l’introduzione del Consultorio genitoriale. In questo ambito ho potuto sedere per un anno in una commissione del Gran Consiglio che preparava le basi per la nuova legge in questo settore; è stato molto interessante collaborare con politici e professionisti e poter portare avanti le nostre esigenze come Regione di lingua italiana con i rapporti stretti con i reparti maternità e i pediatri ticinesi. Grazie anche a Manuela Christen Milioto siamo riusciti ad avere la consulenza genitoriale professionale nel Moesano.
– l’introduzione del servizio pasti, grazie alla collaborazione delle case di cura e dei tanti volontari.
– l’introduzione del servizio di consulenza Cure palliative. È stato un lavoro lungo, siamo riuscite a creare il servizio grazie all’impegno grandissimo da parte di Veronica Paggi.
Mi ricorderò sempre una serata di presentazione di uno studio, una ricerca dell’ università di San Gallo in merito alla diffusione del servizio “Brückendienst” nei Grigioni durante la quale il capo del Dipartimento Peter Peyer diceva: – Manca solo il Moesano, ma ormai loro non si impegnano e non portano avanti progetti del genere.
La mia reazione è stata immediata, la risposta spontanea e l’ACAM ha accettato la sfida. Con grande orgoglio abbiamo creato un servizio di consulenza specializzato in cure palliative nel Moesano, abbiamo ottenuto l’appoggio professionale dell’Ente Ospedaliero del Canton Ticino che ha sottoscritto un contratto a tre: ACAM-Palliativegr-EOC. Un’immensa soddisfazione, un grande progetto che è importantissimo per le persone che soffrono e per i loro familiari.
– Nel 2008 abbiamo concretizzato un contratto con la Croce Rossa Grigioni per creare un servizio trasporti di persone malate, anziane o invalide. Il servizio gestito da Katia Savioni all’interno di ACAM ha dato un grande aiuto a tante persone. Nel 2022 la Croce Rossa ha deciso di disdire il contratto, grazie al lavoro di ACAM siamo riusciti a sostenerlo interamente e a portare avanti i trasporti a scopo sanitario.Un grazie particolare ai preziosi volontari, grazie a loro possiamo sempre garantire il servizio trasporti.
- In che modo ha visto evolversi le esigenze della comunità del Moesano in termini di assistenza domiciliare nel corso degli anni?
La popolazione richiede sempre più professionalità e disponibilità, lo sforzo continua ad esserci per cercare di soddisfare tutte le esigenze. È sempre più difficile, nessuno accetta più piccoli errori, nessuno è più disposto ad avere comprensione e a scendere a compromessi.
Le esigenze da parte degli utenti aumentano e diventa sempre più difficile soddisfare tutti.
Vedo una grande disponibilità da parte di tutti i medici e una grande collaborazione, da alcuni anni si lavora sempre più insieme per offrire cure professionali e adeguate.
D’altro canto, però noto anche la difficoltà sempre più marcata di reperire personale qualificato e disponibile; mi accorgo sempre più che i giovani professionisti mettono al primo posto la loro vita privata, la loro famiglia e le loro esigenze, il lavoro non è più prioritario come lo era venti o trent’anni fa.
L’umanità, il sostegno la vicinanza alle persone, la comprensione delle difficoltà e il non perdere di vista la professionalità. Per me è sempre stato fondamentale riconoscere gli errori e subito imparare da essi, costruire per evitare di fare ancora gli stessi sbagli. Non mi sono mai illusa di non sbagliare. Molto importante è cercare il contatto con i collaboratori, parlarci personalmente e cercare compromessi, collaboratori felici e soddisfatti sono la base per un lavoro migliore ed efficiente.
Le collaboratrici e i collaboratori sono la base su cui costruire, loro sono la vita dell’ACAM.
- Quali innovazioni o cambiamenti ha implementato che ritiene abbiano avuto un impatto duraturo sull’organizzazione?
L’introduzione dei sistemi elettronici di pianificazione del lavoro, di pianificazione delle cure, la digitalizzazione e i moderni sistemi di comunicazione saranno sempre più ampliati. L’ACAM è stata sempre all’avanguardia nell’introduzione delle novità in ambito tecnologico, questo deve continuare per garantire migliori cure a domicilio in un tempo minore.
Naturalmente anche nell’ambito delle cure occorre sempre stare al passo con i tempi, le persone non rimangono tanti giorni all’ospedale, noi dobbiamo essere pronti a proseguire le cure ospedaliere all’esterno dell’ospedale; sembra una contraddizione ma è proprio così, le cure continuano e devono continuare in modo professionale anche fuori dall’ospedale.
ACAM è stata creata nel 1958 da Municipali e sindaci dei vari comuni del Moesano Aldo Menini (sindaco di Roveredo), Fritz Grunder (sindaco di Grono), Dr Boris Luban e Alba Lurati (assistente sociale), che avevano visto la necessità di assistenza a cura a domicilio. Secondo me è importante che i politici di adesso non dimentichino che l’ACAM è importante per la popolazione di tutto il territorio e che l’ACAM ha bisogno sempre del loro sostegno. Gli anziani, i grandi anziani ultracentenari aumenteranno sempre più e le persone malate ci saranno purtroppo sempre, i costi della salute salgono, tutti devono prendere coscienza, anche e soprattutto i politici, che la cura a domicilio è uno dei costi ma un costo che permette un certo risparmio.
- Ora che ha concluso il suo ruolo di direttrice, quali sono i suoi progetti o aspirazioni per il futuro? In poche parole, come trascorrerà il suo tempo?
Non so proprio niente del mio futuro, non ho programmato niente, mi lascerò sorprendere, come ho sempre fatto. Ho iniziato a lavorare nelle cure a domicilio per dare una mano ad una mia conoscente che mi ha chiesto aiuto e alla fine ho lavorato in questo ambito per 38 anni. Ora aspetto nuove sfide e nuove idee, vedremo. Quello che so per certo è che stare a far niente non è nelle mie intenzioni.
Daria Berri-Cereghetti ha reso l’ACAM Spitex Moesa un elemento importante del benessere del Moesano. Il suo lavoro è un esempio di leadership al servizio della comunità. A lei, il nostro grazie e l’augurio di nuove avventure altrettanto proficue.


Sono stato confrontato con bravissime Ragazze e Signore dello Spitex che aiutavano una persona amica in difficoltà fisica. Non trovo le parole per dire come siano brave e competenti, anche dal punto di vista dei modi gentili e del saper incoraggiare. Brave, brave, brave. Ciao! Pino