Ciclopista Grono-Castione, un sogno divenuto realtà

Sabato 4 maggio 2024 entrerà di pieno diritto nella storia della viabilità moesana.  Grazie all’ampio consenso riscosso alle urne nel 2021, la nuovissima ciclopista Grono-Castione – la più lunga del Grigioni (!) – vedrà infatti finalmente la luce. Dopo la realizzazione degli attesi progetti concernenti la viabilità autostradale e quella lenta, il momento sembra così giunto per scrivere un terzo, auspicabile capitolo legato alla mobilità: quello relativo a una linea ferroviaria che colleghi il Moesano al resto della Svizzera così come alla vicina Penisola.

La si può di certo definire una pietra miliare per una mobilità individuale più ecosostenibile e soprattutto sicura tra la Bassa Mesolcina e il Bellinzonese. Al termine di un intenso lustro caratterizzato da una costruttiva collaborazione fra i tre Comuni della regione coinvolti, nonché di riflessioni condivise, seguite dalla progettazione e dalla realizzazione vera e propria, con l’inaugurazione ufficiale di sabato prossimo la nuovissima ciclopista intercantonale Grono-Castione, che si snoda sullo storico sedime ferroviario dell’ormai mitica BM, sarà realtà. Ci si aspetta dunque una grande giornata di festa per tutta la regione ad attestare – se ce ne fosse ancora bisogno – la lungimiranza dei promotori (autorità politiche in primis) di questo progetto di ampio respiro portato a termine sì con qualche mese di ritardo rispetto all’originale tabella di marcia, ma che segnerà indubbiamente in modo importante il presente e il futuro della Bassa Mesolcina.

Traguardo notevole per la mobilità sostenibile regionale

L’apertura al traffico lento del percorso ciclopedonale Grono-Castione – frutto di una volontà politica avallata dal plebiscito popolare del 26 settembre 2021 a sostegno di questo progetto originale – non rappresenta soltanto un ulteriore tassello fondamentale in favore di una rinnovata e complementare viabilità nella Bassa Mesolcina. Esso apre, al contempo, nuovi orizzonti sportivi, turistici e ricreativi, migliorando pure parte del territorio circostante.

Un’infrastruttura immaginata, meglio, sognata già un decennio orsono e che oggi è pienamente al passo con i tempi. Un percorso in tutta sicurezza che risponde a una concreta necessità – non solo di residenti o appassionati delle due ruote della “Val di Gàtt” – e che ha il pregio di rivalorizzare in chiave contemporanea ed ecosostenibile gran parte dello storico percorso ferroviario, da tempo ormai in disuso, che si snodava sino alla zona industriale di Grono, salvaguardandolo così anche per le future generazioni.

Guardare al futuro con speranza e progettualità

Ironia della sorte (si veda a tal proposito l’edizione de “La Voce del San Bernardino” del 30 settembre 2021): la chiara accettazione alle urne di questo progetto ciclopedonale coincideva esattamente con il cinquantesimo anniversario delle intense battaglie condotte da politici e società civile moesani nell’estate-autunno del 1971 contro la decisione presa dell’allora Consiglio Federale di sopprimere definitivamente il trasporto ferroviario passeggieri tra Bellinzona e Mesocco. In tal senso, all’indomani del positivo suffragio, la sindaca di San Vittore, Nicoletta Noi-Togni, sulle colonne della stessa testata regionale definì l’ampia volontà popolare di realizzare una tale opera viaria “un risultato che cura anche le ferite. Quelle lasciate dalla soppressione della Bellinzona-Mesocco e forse anche altre. Guardiamo quindi al futuro con speranza”.

Rilancio del progetto di collegamento ferroviario Bellinzona-Chiavenna?

Dopo la letizia condivisa durante la storica giornata d’inaugurazione della ciclopista, da lunedì prossimo per il Moesano si potrà (o dovrà?) così aprire un’altra finestra verso nuovi progetti a lungo respiro. Perché come accade un po’ in ogni ambito dell’esistenza umana, dopo i festeggiamenti si ritorna inesorabilmente alla quotidianità. Una quotidianità che per gli abitanti della Bassa Mesolcina deve indubbiamente poter continuare a essere orientata al futuro, in particolare per quanto attiene a delle infrastrutture di trasporto pubblico concorrenziali nel 21° secolo.Dapprima è stato il turno delle automobili, con il completamento della circonvallazione autostradale di Roveredo avvenuta nel 2016. Ora è volta di biciclette, monopattini e affini, con l’inaugurazione del nuovissimo percorso ciclopedonale. E se una volta portata a termine, con vivo successo, tale ciclopista bassomesolcinese si ri-aprissero le porte a un propositivo, costruttivo confronto pubblico-politico nell’ottica della pianificazione di un’ulteriore storica opera: quella di una collegamento ferroviario tra Bellinzona e la Valchiavenna via la Bassa Mesolcina?

Se governare significa – tra le altre cose – prevedere e pianificare, ecco che il prossimo grande progetto infrastrutturale legato ai trasporti nella Bassa Mesolcina potrebbe proprio essere questo collegamento ferroviario. Perché dunque non riprendere il filo del discorso su un progetto da più parti mai completamente accantonato o dimenticato? La realizzazione di una tale infrastruttura completerebbe, infatti, un’offerta di trasporto a 360 gradi pienamente al passo con i tempi, aprendo al contempo nuovi e inaspettati orizzonti alla sua popolazione nonché all’economia regionale. Per il bene del clima, delle giovani generazioni, come pure dell’avvenire di tutto il Moesano. Prima, però, spazio alla festa popolare su due ruote. Auguri!

Davide Pesenti

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