Non capisco proprio più nulla

Si stracciano le vesti gli ex consiglieri federali per contrastare la 13ma AVS. Politici dalla pancia piena che tra una cosa e l’altra portano a casa mezzo milione di franchi l’anno, hanno il timore di dover versare maggiori contributi, dicono che lasceremo le nuove generazioni a bocca asciutta, a loro se l’AVS va male non importa nulla, non gli necessita. La Doris Leuthard voleva portare a 200 fr la vignetta autostradale, ha lottato per la chiusura delle centrali nucleari, bei risultati, ora siede nel CdA della Coop. IL Berset della sanità, lasciamo perdere, ora punta al Consiglio d’ Europa certo non gratis. Questo per citare alcuni politici o ex.  Non sanno e non interessa loro sicuramente sapere come vive parte della nostra popolazione. Una tredicesima, dicono, va a profitto anche dei ricchi, ma i facoltosi hanno anche versato in proporzione dei loro guadagni, se necessitava un discorso lo si doveva fare sulle redite che vengono versate all’estero.

Purtroppo i beneficiari delle rendite AVS non possono scioperare e se vanno in piazza nessuno li ascolterà ormai le elezioni parlamentari sono già passate. 

La votazione sarà dura e ardua in quanto toccherà la costituzione svizzera necessitando delle due maggioranze ma votiamo ugualmente SI!

Scorrendo i giornali vediamo sorridere a trentasei denti il Pierin, non quello delle barzellette, ma quello della Raiffeisen. La sentenza di primo grado s’ha da rifare, tutto vanificato costi compresi. Il buon Pierin Vincenz, in attesa della prescrizione dei reati ascrittigli che giungerà lemme lemme riceverà un congruo indennizzo, gli permetterà di trascorrere delle piacevoli vacanze su spiagge da sogno in un albergo di lusso completo di night club.

Poi c’è la notizia che la nota e blasonata banca Julius Baer,  ci ha rimesso 600 milioni di fr.. Tutto grazie ai favori fatti a un faccendiere austriaco poi fallito, non di meno il presidente della banca ha rassegnato “spontaneamente” le dimissioni ipso fatto, ci mancava altro! ha passato il timone ad un certo Dreckmann,  che sarà un nome e una garanzia.

Mi sembra retorico parlare anche della nostra onorata ex compagnia aerea Swissair fatta fallire miseramente. Dell’UBS che si trovava sull’orlo del baratro pochi anni fa e salvata da noi. La recente drammatica miseria del Credito Svizzero pure salvato a colpi di miliardi. In poche ore si è scoperto che il CS era in rovina, ma mi domando da incompetente in materia, dove erano i controllori, i revisori, i sorveglianti e la FINMA che incassano milioni l’anno. Quando ci sono questi disastri provocati da combriccole e annunciati, chi interviene ad arginarli sono i contribuenti, i clienti delle banche i semplici cittadini e malauguratamente gli impiegati che pagano lo scotto maggiore.

Tutte le commissioni parlamentari e extraparlamentari create per far luce su questi tragici eventi non hanno cavato e ho il presentimento che non caveranno nemmeno ora un ragno dal buco e tutto si nebulizzerà. A pagare il conto di tutto quanto saremo alla fine noi tutti anche i beneficiari dell’AVS “;  auguriamoci solo che noi non avremo a che fare con giudici “ammazzasentenze” come avviene in altri stati.

Un po’ di Amarcord che non ha nulla a che vedere con l’Avs. Nei gloriosi anni sessanta, frequentavo il Collegio St. Anna di Roveredo, ad un tratto venne ospitato un personaggio di cui non ricordo il nome ma iniziava con la lettera Z. Doveva essere un multimilionario benefattore e per il quale nella chiesetta del collegio venivano pure celebrate delle messe di ringraziamento, funzioni propiziatorie alle quali gli allievi partecipavano. Un personaggio insignificante, dall’aspetto un po’ trasandato, nulla faceva capire che fosse un magnate, aveva due occhietti furtivi da faina sempre rivolti verso il basso a rimirarsi la punta delle scarpe, non si sapeva da dove fosse sbucato e presumibilmente nessuno lo verificò. Prometteva benessere ovunque, trombe e clarini alla banda di Roré, Beckenbauer e Pelé dovevano giocare per il calcio del Roré, per i contadini in arrivo grossi tori dall’Argentina, il Mazio bottegaio diceva che quell’uomo nato sotto una stella era una benedizione del beato don Guanella, grazia che suscitava un po’ di invidia nei paesi limitrofi. Purtroppo la festa durò poco e si scoprì che milionario non era, ma era un furfantello da operetta giunto da noi per riempiersi la pancia e che scroccò soldi a destra e a manca.

Bastava una semplice telefonata di verifica per scoprire subito con chi si aveva a che fare. Il tutto per dire che gli attori cambiano ma il palcoscenico è sempre lo stesso.

Aggiungo pure che uno degli elementi basilari della condotta e della gestione è il controllo fatto in modo serio e capillare.

Paolo Annoni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto