In lode degli operai comunali

domenica 11 febbraio 2024.

di Emmanuelle Rossini

Pubblichiamo la lettera della nostra lettrice che intende rendere omaggio, con il suo scritto, agli operai comunali di Roveredo e nello stesso tempo invitare ad una riflessione sulle disuguaglianze sociali.

La cosa che più mi urta é la disuguaglianza sociale; poiché a mio parere è la fonte di tutte le guerre: esteriori ed interiori.

Non é equo che a dipendenza del tuo mestiere, sei considerato o no una persona valevole, meritevole.

In questi giorni, dietro casa mia, alcuni operai comunali stanno rifacendo un lavatoio. La loro opera partecipa al nostro quotidiano, abbellisce le nostre passeggiate, il nostro patrimonio culturale e rurale. Mi ricordano un mio amico, anche lui operaio comunale, che ogni estate pulisce i bagni pubblici in riva al lago, sotto gli sguardi poco rispettosi di turisti e locali. Molti di essi nella vita saranno riconosciuti come persone importanti, perché fanno, o aspirano a mestieri riconosciti come tali.

Ma riconosciuti da chi? Chi un giorno ha avuto questa folle idea di proclamare che l’avvocato, il dottore, l’insegnante, l’imprenditore siano più importanti di altri? Chi ha decretato in modo subdolo che il mestiere svolto definirà noi stessi, la nostra personalità e peggio ancora la riuscita o meno della nostra vita?

Immagino siano gli stessi che hanno decretato che chi fa un mestiere riconosciuto come importante, guadagna di conseguenza. Questo divario monetario osceno viene nascono dietro gli anni di studi necessari… I famosi sacrifici fatti! Ma allora ditemi un po’! Se tornando indietro, vi avessimo detto, studiate per fare il mestiere che dite di voler fare, ma il vostro guadagno sarà come quello di chiunque, avreste deciso di fare altro? Se si, allora vi chiedo: dov’è la vostra vocazione in quello che state facendo?

Si, mi urta profondamente la disuguaglianza sociale. Mi fa sentire colpevole di poter andare in vacanza, guardando a chi, si alza ogni mattina alle 4.00 per pulire le nostre strade e per chi le vacanze sono poter spegnere per qualche giorno la sveglia. Mi urta la disuguaglianza sociale poiché mi dà la nausea sapendo che persone ricche sprecano i loro soldi in vestiti di lusso, vacanze di lusso, macchine di lusso… quando altri vorrebbero solo avere il lusso di poter mangiare dignitosamente per tutti i giorni di una settimana. Mi urta la disuguaglianza sociale che la scuola coltiva con così tanto fervore spingendo le generazioni giovani a credere che vi sono i « buoni mestieri » e gli altri che sono « l’unica cosa che potrai fare se non riesci a diventare qualcuno ».

Se un tempo si pensava che il sale era la ricchezza; ora stiamo sempre più scoprendo che l’acqua sostituirà il denaro. Ma confondiamo da secoli la ricchezza commerciale con la vera ricchezza che è quella del rapporto tra viventi. Di quella non se ne parla mai, ma é quella che ci tiene vivi ed in piedi sia di fronte all’avversità sia nelle gioie.

Si, decisamente mi urta la disuguaglianza sociale ed adoro il nostro nuovo lavatoio presso il quale mi auguro che la gente si fermerà di nuovo, per due chiacchiere come quando lavare i panni era un atto individuale ma soprattutto un luogo d’incontro collettivo. Lo amo questo lavatoio perché é bello… davvero bello, oltre alla sua apparenza, é bello per quello che rappresenta. E sono grata ai nostri operai comunali che, in silenzio, nel freddo e sotto la pioggia, ne hanno preso cura… come mi auguro la vita possa prendersi cura di loro perché se lo meritano come ogni essere umano.

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