giovedì 22 settembre 2022.
Cantoni alpini chiedono maggiore sostegno contro il lupo
(ats) Per una convivenza sostenibile tra predatori, esseri umani e
animali da reddito la popolazione di lupi va regolata attivamente,
come per gli stambecchi. Inoltre per la protezione delle greggi
servono criteri chiari e maggiori prestazioni di sostegno da parte
della Confederazione. Lo afferma la Conferenza dei governi dei
Cantoni alpini (CGCA).
Il numero di lupi in Svizzera sta crescendo in misura esponenziale,
tanto da essere raddoppiato negli ultimi tre anni. Nei cantoni
alpini Vallese, Uri, Ticino, Glarona e Grigioni quest’anno i lupi
hanno già predato circa un migliaio di ovini e bovini, ricorda la
CGCA in un comunicato diramato oggi.
La CGCA sollecita la Confederazione ad attuare le raccomandazioni
formulate in due studi. Il primo, realizzato dall’Istituto per la
biologia selvatica e la gestione della selvaggina (IWJ)
dell’Università delle risorse naturali e scienze della vita
applicate di Vienna (BOKU), propone di monitorare e gestire
attivamente il numero di lupi o di branchi: fondamentali per una
gestione sostenibile del lupo sono un censimento sistematico delle
popolazioni presenti in Svizzera e le analisi sulle possibili
evoluzioni demografiche realizzate in base a tali dati.
Su queste basi la Confederazione deve quindi emanare dei piani di
abbattimento per ogni Cantone, che consentano di ridurre i
conflitti con l’uomo e le sue greggi e di mantenere il numero di
lupi in un ordine di grandezza tale da garantire la sopravvivenza
della specie e che sia accettabile per la popolazione della regione
interessata.
Considerato il fatto che un monitoraggio e una gestione sistematici
della popolazione di lupi presuppongono un notevole impegno
finanziario da parte dei Cantoni, la Confederazione deve aumentare
il proprio sostegno nei confronti di questi ultimi.
Da precedenti studi del 2016 è emerso che per garantire la
sopravvivenza della specie nelle Alpi la popolazione di lupi in
Svizzera deve essere di almeno 17 branchi, si afferma nel
comunicato. Dato che questi studi si basano su dati non aggiornati,
per il momento la CGCA considera questo numero unicamente come
valore di riferimento. Fino a quando non saranno disponibili studi
scientifici più aggiornati, questo numero non deve essere
aumentato.
Dal canto suo lo studio della società di consulenza in economia
alpestre Büro Alpe sostiene che una protezione sostenibile delle
greggi nelle aziende alpestri necessita di direttive chiare su
quali aree e pascoli alpestri possano essere protetti con un
impegno ragionevole. La protezione delle greggi dai branchi di lupi
è infatti costosa in termini di risorse umane e finanziarie e
richiede un elevato impegno da parte del personale alpestre.
I programmi di protezione futuri dovranno tenere conto delle
differenze tra le singole aziende alpestri; vanno poi migliorate le
condizioni quadro per il personale alpestre, mentre i costi per la
protezione delle greggi devono essere considerati all’interno di un
sistema di contribuzione ampliato, scrivono gli autori dello
studio.
Poiché la protezione delle greggi rappresenta una voce di costo
ingente per le aziende agricole e i Cantoni, la Confederazione deve
incrementare le proprie prestazioni di sostegno, che non vanno
tuttavia integrate nel preventivo agricolo.
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