In una nota diramata oggi, l’esecutivo retico precisa che nella
dichiarazione l’impresa dovrà fornire informazioni riguardo ai
propri accordi conclusi nel quadro di appalti pubblici del Cantone
e riguardo allo stato delle procedure della Commissione della
concorrenza (COMCO) nelle quali è coinvolta.
Inoltre, le imprese edili che presentano un’offerta per un appalto
pubblico devono dichiarare esplicitamente che dall’inizio delle
inchieste dell’organo federale di vigilanza nell’ottobre 2012 non
hanno più concluso alcun accordo anticoncorrenziale. In caso di
indicazioni scorrette le imprese edili offerenti rischiano
ulteriori sanzioni.
Lo scorso 26 aprile la COMCO ha inflitto una multa complessiva di
7,5 milioni di franchi a sette imprese di costruzione grigionesi,
ree a suo avviso di aver manipolato per anni gli appalti nel campo
del genio civile e dell’edilizia in Bassa Engadina, accordandosi
sui prezzi. A detta della COMCO la somma sottratta a enti pubblici
e a imprese private supererebbe ampiamente i 100 milioni.
Oltre 40 imprese indagate
La COMCO - indica la nota - aveva avviato il 30 ottobre 2012
un’inchiesta nei confronti di 17 imprese edili, della Società
grigionese degli impresari-costruttori e di un numero non meglio
precisato di studi d’ingegneria, procedendo anche a perquisizioni.
Nel maggio 2013 ha esteso le inchieste ad altre 8 imprese e
nell’autunno 2015 a ulteriori 21.
La COMCO ha poi suddiviso le indagini avviate in dieci procedure
singole. Fino ad oggi, ne ha portato a termine otto. Stando alle
informazioni fornite dalla COMCO, finora il Cantone è interessato
da tre decisioni in veste di committente. Non sono ancora state
esaminate le decisioni relative alle due inchieste "Engadin II" e
"Strassenbau ganzer Kanton" ("Costruzione stradale intero
cantone"), la cui emanazione è prevista per l’autunno 2018.
Chiesto accesso agli atti
Il Cantone ha chiesto alla COMCO accesso agli atti riguardanti
tutte le procedure che lo riguardano in veste di autorità
aggiudicatrice, in modo da poter eventualmente adire le vie legali.
Berna non ha ancora risposto. Di conseguenza il Cantone non dispone
di informazioni oltre a quelle di cui è venuto a conoscenza
attraverso i comunicati stampa della stessa COMCO e attraverso la
sua decisione "Münstertal" ("Val Monastero") pubblicata in forma
abbreviata.
Le decisioni della COMCO possono essere impugnate dalle imprese
interessate mediante ricorso al Tribunale amministrativo federale
(TAF) e poi ancora presso il Tribunale federale. Di conseguenza, le
decisioni passate in giudicato nei confronti di tutte le imprese
edili coinvolte saranno disponibili presumibilmente soltanto fra
alcuni anni, rileva il Governo.
Misure prese finora
Le imprese edili condannate in via definitiva vengono ulteriormente
sanzionate dal Cantone con misure previste dalla legislazione sugli
appalti pubblici. Coira ha già deciso sanzioni non precisate nei
confronti di un’impresa. Questa ha però presentato ricorso al
Tribunale amministrativo cantonale e la causa è tuttora pendente,
si legge nella nota.
Nel frattempo, oltre alla decisione riguardante le
autocertificazioni, il Cantone "ha esaminato e attuato diverse
misure al fine di ottimizzare le proprie procedure d’appalto e di
tutelare le proprie posizioni giuridiche". Queste comprendono
l’utilizzo di una lista di controllo volta a migliorare
l’individuazione di accordi sugli appalti, un codice di
comportamento, l’istituzione di un servizio di riferimento per
segnalazioni relative ad accordi sugli appalti nonché la richiesta
di dichiarazioni di rinuncia all’eccezione di prescrizioni da parte
delle imprese interessate. Le misure volte a ottimizzare le
procedure d’appalto sono state attuate con effetto dalla fine del
2014, precisa il comunicato.